9 domande sull’Ecotassa 2019


Dal 1°marzo 2019 è entrata in vigore l’Ecotassa sulle auto inquinanti. L’imposta anti-inquinamento è rivolta a colpire le vetture che emettono alti livelli CO2, e fin dal suo annuncio ha scatenato un gran dibattito tra gli automobilisti italiani.

Purtroppo, a molte delle domande che si è posti in questi mesi non sempre è arrivata una risposta chiara e precisa. Abbiamo raccolto i principali dubbi circa la nuova tassa sulle emissioni, per mettere ordine e provare a dare qualche risposta.

Le 9 domande più diffuse sull’Ecotassa

1 – Come funziona l’ecotassa?

L’Ecotassa si basa su 4 diversi livelli di inquinamento, a partire dalla fatidica soglia dei 160 g/Km di CO2. In pratica, più inquini più paghi. È una tassa una tantum, va pagata al momento dell’acquisto e mai più, e non si applica sulle auto già in circolazione, ma solo su quelle immatricolate a partire dal 1° marzo 2019.

Ecco i quattro livelli di pagamento:

  • 1100 euro per la fascia 161-175 g/km;
  • 1600 euro per la fascia 176-200 g/km;
  • 2000 euro per la fascia 201-250 g/km;
  • 2500 euro oltre i 250 g/km.

Questi scaglioni sono il risultato di un lungo iter burocratico. Le prime stesure del decreto, infatti, prevedevano soglie molto più basse, che avrebbero incluso anche utilitarie decisamente poco inquinanti, alcune delle quali comprese tra le auto più vendute in Italia.

2 – Chi è colpito?

Il pagamento dell’ecotassa è imposto a tutti gli acquirenti di automobili nuove omologate con un livello di emissioni superiore a 160 g/km di CO2. Deve pagare chi richiede l’immatricolazione, l’acquirente o chi per lui effettua la richiesta di immatricolazione.

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L’ecotassa si applica sulle vetture della categoria M1, fino a 3,5 t e adibite al trasporto di passeggeri fino a 8 persone, escluso il conducente.

3 – Come si paga l’Ecotassa?

L’ecotassa si paga attraverso un modulo F24 Elide, in tutti gli sportelli che normalmente consentono il pagamento di questo genere di bollettino: banche, poste, agenzia delle entrate, alcune ricevitorie.

Il modulo per il pagamento dell’Ecotassa va compilato in questo modo:

  • Sezione contribuente: nei campi “codice fiscale” e “dati anagrafici” vanno inseriti quelli della persona che effettua il versamento.
  • Sezione erario e altro: nel campo “tipo” va riportata la lettera “A”; nel campo “codice”, il codice tributo “3500”; nel campo “elementi identificativi”, il numero di telaio del veicolo per il quale si paga l’ecotassa (non il numero di targa); nel campo “anno di riferimento”, l’anno di immatricolazione del veicolo in Italia.

Attenzione, perché il pagamento va effettuato entro il giorno dell’immatricolazione della vettura. Il rischio, altrimenti, è quello di incorrere in sanzioni. La tassa non va a sostituire, né a mitigare, le altre imposte previste per l’automobilista (IPT, IVA, Bollo auto).

4 – Vale per le Auto Usate?

L’Ecotassa si riferisce esclusivamente all’acquisto di auto nuove, e va pagata al momento della loro immatricolazione. In nessun modo quindi sarà necessario pagare l’ecotassa per l’acquisto di auto usate italiane, a prescindere dal motore, dalle emissioni e dall’anno di immatricolazione.

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Diverso il discorso per le auto usate importate dall’estero. La legge prevede il pagamento dell’imposta al momento dell’immatricolazione in Italia delle vetture già precedentemente immatricolate in un paese straniero.

5 – Vale per le Auto a Km 0?

Per le auto a Km 0 il ragionamento è molto simile a quello fatto per le auto usate, ma con una piccola differenza. Dato che a sobbarcarsi l’onere di versare il malus è colui il quale effettua l’immatricolazione, per le Chilometri Zero si tratta del concessionario.

L’acquirente finale non è quindi soggetto direttamente al pagamento del tributo, ma questo può avere ripercussioni attraverso un leggero aumento del prezzo del veicolo.

Non si corre nessun rischio, ovviamente, acquistando auto a Km 0 immatricolate prima di marzo 2019.

6 – Ci sono delle esenzioni?

Le uniche esenzioni a cui fa riferimento la norma sono quelle ai veicoli non inseriti nella categoria M1. Non saranno soggetti all’imposta i camper e caravan, i veicoli blindati, le auto con accesso per sedie a rotelle e i carri funebri.

7 – Colpisce solo il Diesel?

Questa è una delle leggende metropolitane più diffuse circa l’Ecotassa. È opinione diffusa che l’inserimento di questo malus sulle emissioni sia stato previsto come ulteriore step nella guerra al Diesel imbastita negli ultimi mesi.

Chi ha letto con attenzione le precedenti domande avrà già capito la risposta: ovviamente no.

Il testo, infatti, fa semplicemente riferimento alle emissioni di CO2 dei veicoli, a prescindere dalla loro motorizzazione. Nella lista delle auto soggette all’ecotassa figurano Diesel, Benzina (addirittura sarebbero ancora più penalizzate dalla scelta di considerare l’anidride carbonica) e anche alcune auto ibride.

8 – Sarà in vigore per sempre?

Anche in questo caso la risposta è no. L’ecotassa, al pari dell’ecobonus (il quale, a dirla tutta, ha anche un limite per esaurimento fondi) ha già una data di scadenza: il 2021.

A partire dal 1° gennaio 2022, quindi, al netto di possibili cambiamenti o proroghe, la tassa sulle emissioni cesserà di esistere.

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9 – Come si valutano le emissioni?

Dagli ultimi mesi del 2018 è entrato in vigore il nuovo ciclo WLTP per il calcolo delle emissioni delle nuove auto, destinato a mandare in pensione il vecchio standard NEDC, considerato poco aderente alla realtà di una guida “normale” quotidiana.

Data la difficoltà per molte case auto nell’uniformarsi alle nuove direttive, fino al 31 dicembre 2020 la norma farà riferimento alle emissioni calcolate in NEDC. Qualora l’auto fosse omologata con il WLTP, il risultato dei test verrà “tradotto” nella precedente misura.

Puoi controllare le emissioni della vettura nel secondo riquadro della carta di circolazione del veicolo, al punto V.7


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