L’Italia è uno dei paesi più favorevoli alla guida autonoma e la preferisce rispetto ai sistemi di assistenza alla guida, ma la strada verso la piena sicurezza è ancora in salita.
L’Italia, con il 67% di pareri positivi, si colloca al secondo posto (dopo la Cina) tra i paesi favorevoli della possibile introduzione della guida autonoma. I paesi più interessati si dimostrano, inoltre, meno propensi a pagare di più per i sistemi avanzati di assistenza alla guida rispetto alla tecnologia di guida autonoma di livello 4. Le possibili ragioni per cui i consumatori sono cauti nell’acquisto dei sistemi di guida autonoma ‘senza mani’ sono la preoccupazione per la sicurezza, probabilmente, perché non sono stati fino ad oggi in grado di sperimentarla, quindi non la conoscono bene. Questo perché, rispetto ai cinesi, negli altri mercati la confidenza nei confronti delle auto robot è inferiore.
I produttori dovranno fare di più per dimostrare ai consumatori che l’infrastruttura è pronta per un’introduzione sicura, e soprattutto non spaventare il pubblico come avviene quando si verificano incidenti a causa di soluzioni non sicure e non abbastanza testate che sono però a disposizione dei consumatori.
A tal proposito il Dipartimento dei Trasporti (DOT) USA ha aggiornato le linee guida Automated Vehicle 4.0 sulla guida autonoma 2020, oltre che per garantire la leadership americana nelle tecnologie dei veicoli automatizzati.
Sono stati quindi identificati 10 principi per lo sviluppo della tecnologia di guida autonoma affidando un ruolo specifico a enti e società governative.
– Dare priorità alla sicurezza.
– Enfatizzare la sicurezza e la sicurezza informatica.
– Garantire la privacy e la sicurezza dei dati.
– Migliorare la mobilità e l’accessibilità.
– Essere neutrali rispetto alla tecnologia.
– Proteggere l’innovazione e la creatività americana.
– Modernizzare le normative.
– Promuovere standard e politiche coerenti.
– Garantire un approccio federale coerente.
– Migliorare gli effetti sul sistema di trasporto.
Nel frattempo la Federal Motor Carrier Safety Administration conduce ricerche sul fattore umano legato alla guida senza conducente. L’uomo è un’incognita ancora da risolvere per la sua influenza nel processo di guida.
Bisognerà capire inoltre come intervenire in caso di emergenza e le modalità di controllo su strada dei veicoli a guida autonoma.
Il progetto di ricerca britannico su Nissan Leaf, chiamato HumanDrive, appena concluso ci segnala che la guida autonoma si avvicina sempre di più. Sfruttando le più recenti tecnologie per i veicoli a guida autonoma, la berlina elettrica si è districata agevolmente lungo un percorso di circa 370 km, il tutto in modalità di guida completamente autogestita lungo le strade del Regno Unito.
Il progetto è stato finanziato da parte del Governo britannico, rappresentato dal Centre for Connected and Autonomous Vehicles e da altri nove partner.
I veicoli impiegati nelle prove su strada prevedevano un equipaggiamento formato da Gps, radar, Lidar e telecamere, per una percezione completa dello spazio intorno all’auto che permettesse di decidere autonomamente come affrontare le strade e gli ostacoli lungo il tracciato, simulando uno stile di guida naturale, in grado di riprodurre quello umano.
Un risultato incredibile per Nissan e per il consorzio HumanDrive e un enorme passo avanti verso l’implementazione delle auto senza conducente.
Il ministro dell’Industria Nadhim Zahawi, ha specificato quanto questo progetto è un brillante esempio di come l’industria automobilistica del Regno Unito, in collaborazione con il Governo, sia in grado di sviluppare la tecnologia a beneficio della mobilità delle persone. “Il nostro futuro di mobilità: una strategia urbana che supporti l’innovazione dei trasporti per una mobilità più pulita, più sostenibile e più intelligente. Destinato a creare migliaia di posti di lavoro.” ha aggiunto il ministro dei Trasporti e dell’Innovazione George Freeman.
Intanto, Nissan ha messo a disposizione su tutta la sua gamma la tecnologia ProPilot, frutto della Nissan Intelligent Mobility che garantisce un’assistenza avanzata alla guida tramite sistemi in grado di regolare sterzo, accelerazione e frenata per supportare il conducente nello stress della guida e proteggendo gli occupanti, garantendo così una maggiore sicurezza.
Anche l’Italia presenta le prime sperimentazioni grazie ad Olli, il bus a guida autonoma stampato in 3D che è entrato in funzione a Torino all’interno del campus delle Nazioni Unite e sarà accessibile a dipendenti e ospiti fino a maggio.
Il piccolo bus a 8 posti è un veicolo artigianale costruito in Arizona dalla Local Motors, che assembla ogni veicolo nell’arco di una sola giornata, grazie alla stampa in 3D della maggior parte delle componenti.
Nel range di prezzo rimane comunque in linea con gli altri oggi in commercio con il costo di circa 300mila euro. Però adotta soluzioni innovative tali da superare uno dei maggiori limiti del settore automobilistico, lento nel trasformare un progetto in un mezzo vero e proprio con cicli che in genere prendo sette anni.
Le prerogative per la possibile introduzione della guida autonoma ci sono. Siete pronti a scoprire cosa ci riserverà il futuro?